I punti di riferimento della nostra azione educativa e didattica
“È buona la scuola che, attraverso la propria progettualità, mette in relazione, crea legami, affinità,comprensione reciproca; apre all’altro, al diverso, al nuovo”
(dal Piano dell’Offerta Formativa d’Istituto per il triennio 2022-'25)
“Essere è con-essere. Nulla, infatti, è più necessario della relazione; ciascuno ha bisogno di legami, perché al di fuori di una rete di relazioni significative non si può vivere interamente. L'autosufficienza è possibile solo in quell'immaginazione che ha sciolto ogni legame con la realtà.
(L. Mortari, Aver cura della vita della mente, Carocci, Roma 2013, pp. 130-137)
Come gruppo docente di Scuole dell’Infanzia e del Primo Ciclo interpretiamo il nostro lavoro e il nostro impegno educativo e didattico alla luce di tre significative provocazioni, di respiro internazionale, riguardanti il compito dell’educazione nell’attuale contesto socioculturale.
Il primo riferimento è relativo alla riflessione sugli obiettivi educativi ritenuti indispensabili nell’attuale contesto culturale. Il Rapporto all’UNESCO della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo, presieduta da J. Delors, identifica le linee guida dell’educazione per il prossimo secolo in quattro fondamentali traguardi di competenza:
- IMPARARE A CONOSCERE
significa assumere consapevolmente il compito di apprendimento come mezzo e fine della vita umana: si tratta di diventare “amici” della scienza (dell’attività di ricerca) tenendo in allenamento le capacità di concentrazione, memoria e riflessione.
- IMPARARE A FARE
significa progredire dalle abilità, che si manifestano come capacità sostanzialmente esecutive, alle competenze, che si manifestano come capacità creative: la persona competente utilizza ciò che sa in contesti diversi e per risolvere problemi, spesso con originalità e sempre con profondo coinvolgimento emotivo e personale.
- IMPARARE A CONVIVERE
significa intraprendere il faticoso ma importante cammino dell’educazione alla cittadinanza: ciascuno deve percepirsi come parte di un insieme che “funziona bene” se i singoli membri risultano responsabilmente e rispettosamente connessi gli uni agli altri, nella tensione costruttiva verso obiettivi comuni.
- IMPARARE AD ESSERE
significa promuovere nei soggetti libertà di pensiero, di giudizio, di sentimento e d’immaginazione; significa favorire lo sviluppo e la valorizzazione dei talenti personali, da interpretare come risorsa per il bene comune.
Delors denomina plasticamente tali obiettivi “I quattro pilastri dell’educazione” perché, a parere dello studioso, essi identificano le competenze fondamentali in grado di sostenere il processo formativo di tutti e di ciascuno in un contesto sociale e culturale di crescente complessità, la cui sfida sembra porsi in questi termini: imparare ad apprendere quale “competenza delle competenze”, per restare “al controllo” consapevole e critico della propria vita.
La nostra scuola si propone di insegnarci a … |
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CONOSCERE … ad essere consapevoli, in rapporto all’età, delle conoscenze acquisite “dentro” e “fuori” dalle aule; dei metodi per acquisirle in modo autonomo e responsabile; del loro valore per la vita, in quanto alfabeti e strumenti per leggere ed elaborare l’esperienza. |
FARE … a sviluppare competenze ovvero conoscenze, abilità e atteggiamenti da impiegare produttivamente nella vita. |
CONVIVERE … a rispettare l’altro da sé e a collaborare ovvero ad integrare il proprio contribuito nel gruppo, per il bene comune. |
ESSERE … a prendere coscienza della nostra identità, delle caratteristiche personali, dei punti di forza e di debolezza; a fare progetti per il futuro, a ricercare sempre, nelle diverse situazioni della vita, un senso e un significato. |
Il secondo riferimento consiste nella riflessione elaborata dallo studioso Thomas Hoerr intorno ai cinque atteggiamenti che nel terzo millennio si configurano come irrinunciabili per diventare dei cittadini consapevoli, attivi e responsabili. Si tratta di vere e proprie competenze trasversali da sviluppare, dentro e fuori la scuola, attraverso un progetto condiviso a livello di comunità territoriale per educare alla cittadinanza sostenibile:
- EMPATIA: è la capacità di ascoltare, comprendere e accogliere ragioni e sentimenti degli altri;
- AUTOCONTROLLO: è la capacità di modulare e gestire le proprie azioni in modi costruttivi e adatti alla propria età;
- INTEGRITÀ: è la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato, di tenere un corretto comportamento etico e di rendere conto di ciò che facciamo, riconoscendo la nostra responsabilità e dimostrando il nostro ruolo nella ricerca di una soluzione ai problemi;
- RISPETTO DELLE DIVERSITÀ: è la capacità di uscire dalle zone che ci trovano a nostro agio e di offrire accoglienza e apprezzamento per le diversità che possono essere in contrasto con le nostre credenze.
- GRINTA: è una combinazione di passione e perseveranza, grazie a cui si resiste, si cade e ci si rialza, in vista dell’obiettivo importante da raggiungere.
Il terzo riferimento della nostra progettazione educativa e didattica è il principio della sostenibilità, secondo l'interpretazione data da due preziosi documenti strettamente collegati: la Carta della Terra, pubblicata dall’ONU nel 2000, e Agenda 2030.
La Carta della Terra costituisce l'esito di un percorso durato un decennio ed affrontato da rappresentanze qualificate di tutti i popoli del nostro pianeta, “casa comune di tutti i viventi”). Gli autori individuano quattro fondamentali principi da rispettare per una convivenza sostenibile:
- rispetto e cura per la comunità della vita
- integrità ecologica
- giustizia economica e sociale
- democrazia, non violenza e pace
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione planetaria.
Da Carta della Terra e Agenda 2030 abbiamo ripreso il senso complessivo del nostro lavoro, convinti che le attività dentro la scuola debbano andare a beneficio di quanto ci attende fuori, nel mondo.
Nel quadro di tale riflessione, l’Istituto Comprensivo di Asola conferma il proprio impegno educativo e didattico rispetto a quattro grandi mete formative che risultano comuni a tutte le scuole, sia dell’Infanzia che Primaria che Secondaria di primo grado, e tali da contestualizzare e orientare secondo precise direzioni i percorsi concretamente proposti agli allievi.
Le mete formative sono da intendere come:
- compiti di apprendimento con carattere di trasversalità rispetto ai diversi campi disciplinari, ritenuti realmente accessibili agli allievi in un tempo dato e professionalmente programmato;
- traguardi importanti e significativi da raggiungere per la formazione umana integrale (“dell’uomo e del cittadino”);
- dimensioni problematiche della crescita di cui gli allievi hanno esperienza diretta e che pertanto risultano significative, tali da costituire contesti in cui sperimentare la sensatezza, la spendibilità, la sostenibilità delle conoscenze via via acquisite a scuola.
- imparare ad aver cura di sè, della propria personalità
- imparare ad aver cura dell'altro da sé
- imparare ad aver cura della capacità di apprendere, quale risorsa permanente per restare al controllo della propria vita.
“Facciamo in modo che la nostra epoca venga ricordata per il risvegliarsi di un nuovo rispetto per la vita, per la tenacia nel raggiungere la sostenibilità, per un rinnovato impegno nella lotta per la giustizia e la pace e per la gioiosa celebrazione della vita”.
(La Carta della Terra, Un nuovo inizio)