Organizzazione

L'Organizzazione come comunità

"Comunità significa preoccuparsi del nostro lavoro, dei nostri colleghi e del nostro posto nel mondo, geografico e non solo, ricevendo in cambio di questo sforzo un’energia positiva.

Il successso di un'organizzione pare dipendere da questo: persone di talento sono fedeli l’una
all’altra e impegnate in un lavoro collettivo, dove ognuno di sente parte di qualcosa di straordinario e dove la passione e i risultati rendono la comunità una calamita per i talenti provenienti dalle scuole o da altri posti di lavoro

La comunità si preserva più facilmente nelle "organizzazioni umane", dove  la mission è
più coinvolgente e le persone sono più motivate. Il fatto è che, nel nostro mondo frenetico e individualista, troppe organizzazioni hanno perso il senso di comunità"

Henry Mintzberg,  professore
di Studi manageriali presso la
McGill University di Montreal,
nonché socio fondatore di
www.CoachingOurselves.com.

"La mancanza di partecipazione e di motivazione induce livelli ridotti di innovatività e di produttività. L'organizzazione intesa e vissuta come comunità, in cui si attua una effettiva partecipazione, può determinare effetti fortemente migliorativi. Il risultato raggiunto viene percepito come bene comune e superiore. Si tratta di imparare ad essere "cittadini" delle proprie organizzazioni.

Occorre scoprire i semi di comunità che tle organizzazioni hanno in sé e farli crescere. La società della conoscenza impone di condividere la conoscenza, non di chiuderla in modo improduttivo in compartimenti chiusi; e la condivisione delle conoscenze è la prima condizione per costruire un'organizzazione come comunità"

Bruno Lamborghinieconomista industriale, docente Università Cattolica di Milano, Presidente Fondazione Amiotti

Come si costruisce un'organizzazione con le caratteristiche di una comunità?

La scuola è, di fatto, un'organizzazione, ma non è detto e non è dato, che riesca a qualificarsi come comunità. Come ci stiamo muovendo per fare della nostra scuola una comunità?

Qui di seguito alcune suggestioni tratte da una riflessione dello studioso H. Mintzberg.

  • Con una "leadership quanto basta", una leadership che interviene quando è il caso, e che incoraggia i dipendenti dell’organizzazione a fare progressi. Forse è tempo di far evolvere le organizzazioni attraverso dinamiche non dall’alto verso il basso, e neanche dal basso verso l’alto, ma dall’interno verso l’esterno, attraverso gruppi composti da figure professionali con incarichi e responsabilità di medio livello (middle management) che si uniscono e guidano i cambiamenti chiave nella loro organizzazione. Una comunità solida richiede una forma di leadership "distribuita": la trasformazione non "cala dall'alto", piuttosto si "irradia" . In una comunità, i leader si trovano  al centro e si rivolgono all’esterno. Agevolano il cambiamento, riconoscendo che, in gran parte, a compierlo saranno altri.
  • È molto più facile ripartire da ciò che rimane di una comunità piuttosto che crearne una nuova da zero. Spesso, i «residui» di una comunità sono da ricercare esattamente nelle figure con responsabilità intermedie e con un'affezione "storica", radicata. Molti tra loro di solito conoscono a fondo l’organizzazione e si dedicano con impegno alla sua sopravvivenza.
  • Il modo per iniziare a ricostruire una comunità è interrompere tutto ciò che la scoraggia, a partire dal trattare gli essere umani come risorse. Un'organizzazione deve abbandonare gran parte dei suoi comportamenti individualistici e le misure a breve termine in favore di pratiche che promuovano la fiducia, l’impegno e la collaborazione spontanea finalizzata alla sostenibilità.
  • Per creare questo tipo di atmosfera e permettere il rifiorire dei residui di comunità, occorre una cultura solida e motivante. Le persone devono sapere dove si trovano, qual è la mission dell'organizzazione di cui sono e fanno parte. Un’organizzazione senza una cultura motivante è come un soggetto senza personalità: carne e ossa senza forza vitale, senz’anima. Le organizzazioni funzionano meglio quando individui che si sentono coinvolti lavorano intrecciando rapporti cooperativi basati sul rispetto. Tolto questo, l’intera istituzione crolla.

Come fare per trasformare un aggregato di risorse umane in una vera e propria comunità di persone?

Come passare dalla leadership eroica alla gestione coinvolta?

  1. Per fare evolvere un’organizzazione è meglio cominciare da piccoli gruppi di figure "coinvolte". I piccoli gruppi sono più efficaci di un’ottima leadership o di una formazione individuale nel creare comunità compatte.
  2. Il senso di comunità mette radici quando i piccoli gruppi riflettono sulle esperienze che hanno condiviso nell’organizzazione. Occorre trovare momenti per fermarsi e riflettere: insieme. 
  3. Le idee generate da queste riflessioni danno vita a piccole iniziative che possono trasformarsi in grandi strategie. Le organizzazioni si avventurano in strategie interessanti grazie all’esperienza fatta con piccole iniziative nate da idee del personale di tutti i livelli. Il middle management riesce spesso a valutare che cosa è necessario cambiare. Nelle mani di persone motivate, che sanno vedere sia i particolari operativi che il quadro generale, il piccolo seme di un’idea riesce a svilupparsi in un’importante strategia o in un cambiamento per l’organizzazione.
  4. I piccoli gruppi che inizialmente promuovono il cambiamento diventano un modello per altri gruppi. L’impegno diventa contagioso quando le persone si rendono conto degli immensi vantaggi apportati non solo all’organizzazione, ma a loro in prima persona. Ovviamente, la diffusione di questi gruppi nell’organizzazione richiede il supporto dei "vertici", della dirigenza. 
  5. Un’organizzazione sa che per evolvere in comunità occorre che i suoi membri sviluppino un atteggiamento socialmente attivo, responsabile, attento e aperto alle esigenze di tutti. Le "organizzazioni come comunità" prendono sul serio le loro responsabilità sociali e in cambio ne traggono notevoli vantaggi. Coloro che si sentono membri di una solida comunità capiscono quanto la sostenibilità del successo della loro organizzazione dipenda da un impegno costruttivo con le comunità che la circondano. Dunque, forse, il test finale per dimostrare se un’azienda è diventata una vera comunità sta nel vedere se le persone si sentono cittadini responsabili della comunità allargata.

Oggi in molte organizzazioni occorre rafforzare il senso di comunità. Questo non significa mettere sul piedistallo la comunità a scapito della leadership. Ciò che serve è equilibrio. 

Una società sana ha bisogno di un equilibrio tra leadership, senso di comunità e cittadinanza.

Cfr. L’azienda come comunità, di Henry Mintzberg, in http://www.martiniassociati.it/